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8°. pp.111-1 b. P. perg. recente con tass. con tit. oro al dorso. Ampi aloni e fioriture. Scriveva l'Aut.: "Io intendo in questa breve scrittura sostenere le ragioni del mio sovrano... Dipenderò dal pontefice quando mi spiegherà i libri sacri. li dommi. la morale. li misteri e quelle oscure verità che bisogna adorare: in tutt'il resto lo rispetterò come un principe sovrano in rapporto alli dilui vassalli. ma non mai superiore al mio padrone. di cui solo io e li miei nazionali dobbiamo venerare perché Dio ce l'ha dato. perchè per legittima successione gli appartiene il regno. perché li popoli sono felici sotto il suo governo..."(p.5). L'op. costituisce un vero e proprio repertorio di abusi della chiesa sui sovrani e in particolare sono analizzate scomuniche e interdetti. sia papali che vescovili. come ad es. si legge: "...il vescovo di Catania scomunicò que' galantuomini. il barone Figherazzi. due uffiziali del tribunale della monarchia e mise l'interdetto nella sua diocesi. Il vescovo di Agrigento fu poi più spiritoso degli altri. poiché scomunicò il Vicerè e il tribunale della monarchia. Ecco come si smussano le terribili armi della chiesa..."(p.71). [Melzi II 29]. |