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2 voll. in-16°. pp.XXIII-513 (3); (4) 573 (3). leg. coeve mz. pelle. tit. oro ai dorsi. Lievi fioriture. Ex libris alla sguardia. Scriveva dell'Ariosto il Gioberti nell'introd.: "prossimo all'unico Dante e a niun altro secondo per la grandezza dell'ingegno. la sublimità e varietà delle immagini. la ricchezza. la spontaneità. la grazia meravigliosa dello stile e della poesia..."(p.V). [Raineri Biscia. Opere della Bibl. Naz. pubbl.da Le Monnier 19: "La riproduzione di sublime lavoro... è una delle più corrette e acquistò maggior pregio col forbito discorso... dell'illustre Gioberti e con note storiche e filologiche sparse nel testo... Deliziavasi il popolo italiano di questo romantico poema essendo in allora conosciuto da tutte le classi. la qual cosa non sfuggì a Montaigne quando viaggiava in Italia. meravigliandosi nel tomo III dei Viaggi perché fino le pastorelle avessero in bocca l'Ariosto... Ci è noto che lavorò 10 anni a scriver l'Orlando e dopo 16... lo diede nuovamente alle stampe perché la lunga dimora in Toscana lo fece accorto che il poema era macchiato di voci lombarde... Si riprende l'Ariosto d'aver talvolta violato le leggi del buon costume con certi suoi liberi e licenziosi racconti... s'incontrano non poche oscenità. le quali però sono dette così studiosamente che solo la cortigiana ve le trova ma non l'innocente fanciulla... ecco perché l'autrice del Guerrin Meschino. la bella e colta Tullia d'Aragona... collocò il Furioso fra i libri con cose lascivie. disoneste e assai belle a tacersi..."] |